Rapporto Ecomafie 2017: I numeri dell’abusivismo edilizio in Italia

Rapporto Ecomafie 2017: I numeri dell’abusivismo edilizio in Italia

Secondo le stime del Cresme Consulting, diffuse da Legambiente nel rapporto Ecomafie 2017, nel 2016 tra nuove
costruzioni e ampliamenti di edifici esistenti gli abusi edilizi commessi in Italia sarebbero circa 17.000.

25.889 reati ambientali contestati su tutto il territorio nazionale (-7% rispetto al 2015) 71 al giorno, circa 3 ogni ora.

Aumentano arresti, denunce e sequestri, mattone illegale, dal 2008 al 2016 numeri dimezzati.

“Merito prima di tutto -scrive Legambiente -del rinnovato impianto legislativo, finalmente in grado di colpire gli ecocriminali, smontando definitivamente quella corazza di impunità dove ingrassavano e proliferavano beati da decenni”

“Uno dei meriti di questo nuovo confortante quadro è sicuramente da attribuire all’applicazione della legge
68/2015 sugli ecoreati”.

COMPOSIZIONE GEOGRAFICA DEI REATI

Campania I   in classifica (3.728 reati);
Sicilia        II  in classifica (3.084 reati);
Puglia       III in classifica (2.339 reati);
Calabria   IV in classifica (2.303 reati).

Le quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso mantengono i primi posti nella classifica per numero di
illeciti (l’incidenza complessiva rispetto al dato nazionale scende a poco più del 44%,a fronte del 48% del 2015).

A livello provinciale:
Napoli la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da
Salerno (963),
Roma(820),
Cosenza(816) e
Palermo(811).

La legge 68/2015 sugli ecoreati funziona!

A due anni dalla sua approvazione, a fronte di 1.215 controlli, la legge 68 ha consentito di sanzionare 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno, denunciare 971 persone e 43 aziende, sequestrare 133 beni per un valore di circa  15 milioni di euro con l’emissione di 18 ordinanze di custodia cautelare.

Nel 2015 sono stati 41 i procedimenti giudiziari che si sono conclusi con condanne di primo grado.

Il fatturato dell’ecomafia nel 2016 vale poco meno di 13 miliardi, con una riduzione
di sei miliardi e 200 milioni di euro rispetto all’anno prima (-32% rispetto ai 19,1 miliardi stimati nel 2015).

Una riduzione, mai vista prima, pari al 32,5%.