Continuerà l’esodo dalle città nei piccoli centri e borghi storici?

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Negli ultimo due anni, il mondo è stato in preda a una crisi che capita una volta ogni generazione.

Ma l’innovazione nasce dalle crisi.

Il Covid-19 ha lasciato intatte pochissime parti della vita quotidiana, soprattutto quando si tratta di cambiamenti strutturali accelerati sul posto di lavoro.

Un cambiamento che normalmente si sarebbe svolto molto lentamente nell’arco di un decennio ci è stato imposto nel giro di poche settimane: il lavoro a distanza.

È diventata rapidamente la “nuova normalità” per molti.

La pandemia finora ha avuto un profondo impatto sull’organizzazione del lavoro, sui desideri di stile di vita e sulle esigenze abitative.

I lockdown vissuti durante la pandemia hanno innescato un forte desiderio di spazi aperti e contatto con la natura, bisogno che, unito alla possibilità di lavorare a distanza, ha portato molti a lasciare le grandi città per trasferirsi nei piccoli centri e borghi storici di cui è disseminato il nostro Paese.

Che tipo di cambiamento duraturo imporrà il Covid-19?

Guardando al futuro, gran parte dell’aumento della domanda di immobili nei piccoli centri dipende dal futuro del lavoro flessibile.

L’esperienza di lavoro da casa durante i lockdown è andata molto meglio del previsto.

Un modello che molti pensavano sarebbe stato inefficiente e poco pratico si è rivelato l’opposto.
lcuni torneranno al lavoro come al solito.

Alcuni adotteranno una nuova normalità: una sorta di approccio ibrido che combina a casa e al lavoro d’ufficio.

Il lavoro ibrido potrebbe infatti diventare la via del futuro. La ricerca mostra che sia per i datori di lavoro che per i dipendenti, una maggiore flessibilità è ora considerata una condizione essenziale per l’occupazione.

Per le imprese, la pandemia ha rappresentato un cambiamento organizzativo sismico e un’opportunità per innovare.

Molti hanno già investito risorse significative nella capacità di lavoro a distanza. Andando avanti, ciò aumenta le aspettative che i lavoratori continueranno a lavorare da remoto almeno per una parte del tempo.

L’aumento della capacità di lavoro a distanza potrebbe anche essere un’opzione equa: negli Stati Uniti una percentuale maggiore di americani con disabilità è impiegata ora rispetto al periodo pre-Covid.

In una visione a più lungo termine, la pandemia non ha solo accelerato il passaggio al lavoro a distanza, ma anche il ritmo dell’adozione digitale e della diffusione della tecnologia.

L’accelerata di software, intelligenza artificiale e automazione eroderà una moltitudine di posti di lavoro in numerosi settori.

Tuttavia, non sono tutte cattive notizie. L’aumento delle macchine e dell’automazione eliminerà posti di lavoro entro il 2025, ma al tempo stesso il tasso complessivo di creazione di posti di lavoro supererà ancora il tasso di distruzione di posti di lavoro.

Con l’adozione accelerata della tecnologia che trasforma ulteriormente i posti di lavoro e i luoghi di lavoro, diventa ancora più probabile che rimanga un livello elevato di flessibilità nel modo in cui lavoriamo, che continuerà a ricalibrare i mercati immobiliari man mano che la domanda degli acquirenti cambia.

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