40 milioni per i centri antiviolenza da distribuire una tantum
40 milioni per i centri antiviolenza da distribuire una tantum
Dopo l’evento legato a Giulia Cecchettin, si registra un incremento delle risorse destinate alla lotta contro la violenza sulle donne. In modo compatto, i partiti di opposizione hanno deliberato di destinare ulteriori 40 milioni di euro alle modifiche parlamentari, focalizzandosi sulla prevenzione della violenza, sulla formazione degli operatori, sulla protezione delle donne e sull’empowerment.
È importante che i centri antiviolenza ricevano un finanziamento adeguato.
Tuttavia, è anche importante che questi finanziamenti siano strutturali e non una tantum. I finanziamenti una tantum non sono sufficienti per garantire che i centri antiviolenza possano continuare a fornire i servizi di cui le donne hanno bisogno.
Le criticità evidenziate dalla non strutturalità di queste risorse includono:
Mancanza di pianificazione a lungo termine: I centri antiviolenza non possono pianificare a lungo termine se non sanno di quanti soldi disporranno. Questo rende difficile assumere personale e sviluppare nuovi programmi.
Precarietà del lavoro: I centri antiviolenza spesso non possono offrire ai loro dipendenti contratti a tempo indeterminato, il che rende difficile attirare e trattenere personale qualificato.
Dipendenza da finanziamenti privati: I centri antiviolenza spesso dipendono da finanziamenti privati, il che li rende vulnerabili a tagli e instabilità.
È importante che il governo si impegni a fornire un finanziamento strutturale ai centri antiviolenza. Questo permetterebbe loro di fornire un servizio migliore alle donne che subiscono abusi.
Ecco alcune proposte per rendere i finanziamenti ai centri antiviolenza più strutturali:
Istituire un fondo nazionale per i centri antiviolenza: Questo fondo fornirebbe un flusso di entrate stabile e prevedibile ai centri antiviolenza.
Aumentare la quota di finanziamenti pubblici ai centri antiviolenza: Attualmente, la maggior parte dei finanziamenti ai centri antiviolenza proviene da fonti private. Aumentare la quota di finanziamenti pubblici renderebbe i centri antiviolenza meno vulnerabili a tagli e instabilità.
Sviluppare criteri di finanziamento chiari e trasparenti: Questo garantirebbe che i finanziamenti siano distribuiti in modo equo e che i centri antiviolenza siano ritenuti responsabili del loro utilizzo.
È importante che il governo prenda in considerazione queste proposte e si impegni a fornire un finanziamento strutturale ai centri antiviolenza. Questo permetterebbe loro di fornire un servizio migliore alle donne che subiscono abusi.
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