Predire il futuro è progettarlo – lo sviluppo sostenibile può essere redditizio

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sviluppo sostenibile può essere redditizio-il modo migliore per predire il futuro è progettarlo

Si dice che il modo migliore per predire il futuro è progettarlo.

Le proiezioni mostrano che entro il 2050 la società richiederà il doppio delle risorse disponibili della Terra.

Pertanto non è mai stato più importante adottare soluzioni intelligenti e sostenibili per garantire che si possa continuare a godere di una buona qualità della vita, soddisfacendo le esigenze del presente e migliorando la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie.

I governi, le aziende e gli individui devono adoperarsi in azioni per incidere su questa traiettoria: dall’educare la generazione successiva, alla costruzione di città futuristiche e integrate, alla conservazione della cultura e del patrimonio intrinseco.

Ma come combinare innovazione e conservazione con l’ingenuità lungimirante per ridisegnare il nostro futuro?

Innumerevoli studi dimostrano che nel corso dei millenni ad un aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera è corrisposto un aumento della temperatura globale e molti scienziati considerano che toccata la soglia di 500 particelle per milione (ppm) verranno generati gravi squilibri nell’atmosfera terrestre.

I dati più recenti sulle concentrazioni di CO2 all’osservatorio di Mauna Loa (il luogo scelto da Charles D. Keeling, il ricercatore che diede inizio a questo tipo di studi) mostrano un costante aumento (circa un 2,7 ppm annuo) nella concentrazione. Attualmente stiamo intorno alle 410 ppm, e si arriverebbe a 500 ppm entro il 2050 se il ritmo di crescita resta quello attuale (di 2,7 all’anno).

Il numero è significativo perché è un massimo storico e collegato direttamente all’aumento delle temperature medie globali, con conseguente cambiamento climatico.

Statistiche come questa portano inevitabilmente all’impressione che il mondo abbia voltato le spalle allo sviluppo sostenibile.

Infatti, se il mondo non limiterà il riscaldamento globale a meno di 2 gradi Celsius come previsto dall’Accordo di Parigi, i livelli del mare potrebbero salire di sei metri o più, con il risultato che intere aree urbane costiere sono sommerse sott’acqua entro il 2100.

L’ironia è che questi scenari non sono nuovi per noi. La sostenibilità, come sappiamo, può essere fatta risalire al rapporto The Limits to Growth presentato per la prima volta nel 1972. Seguiva uno studio condotto da 17 ricercatori con lo scopo di comprendere i limiti del pianeta e le sue implicazioni sull’umanità.

Da allora, la sostenibilità è aumentata costantemente. Molto è stato scritto su cosa significhi esattamente, come spostarlo dall’oscurità alla speranza, e come mantenerlo al centro della scena nella mente dell’umanità.

Tuttavia, le temperature hanno continuato a salire, l’inquinamento ambientale è persistito e flora e fauna si sono estinte. Chiaramente, non è stato fatto abbastanza.

Lo sviluppo sostenibile può essere redditizio

Fortunatamente, nel 2015, il mondo si è svegliato con questa dura realtà.L’Assemblea generale delle Nazioni Unite composta da 193 membri hanno adottato formalmente l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile il 25 settembre 2015, insieme a una serie di nuovi e audaci obiettivi di sviluppo sostenibile, che mirano a rendere il mondo un posto migliore – dal punto di vista sociale, economico e ambientale – entro il 2030.

L’energia da fonte rinnovabile prodotta da acqua, sole, vento e terra è una soluzione alternativa e concreta al consumo di energia da fonte fossile.

Si tratta di fonti inesauribili, proprio perché hanno la caratteristica di rinnovarsi continuamente, abbondare in natura, non emettere CO2 ed essere disponibili ovunque.

L’energia rinnovabile può essere generata dal sole (fotovoltaica), dal vento (eolica), dall’acqua (idroelettrica), dal
materiale di scarto (biomassa) e dalle acque calde delle viscere della terra (geotermica).

Quello che unisce tutte le energie derivanti da fonti rinnovabili è la caratteristica di non produrre effetti negativi sull’ambiente, e quindi di non provocare modifiche al clima, né tantomeno variazioni alla temperatura globale della Terra.

Crescono gli investimenti sulla produzione di veicoli elettrici

La Cina entro 2030 bandite le auto da carburati forssili.

La Cina sta sviluppando un piano a lungo termine per eliminare gradualmente i motori a combustione.
Alcuni paesi hanno stabilito una scadenza per quando fermare la produzione e le vendite di auto a carburante tradizionali.

Queste misure porteranno sicuramente profondi cambiamenti allo sviluppo del settore automobilistico

A tale proposito i vertici dei gruppi automobilistici Daimler e Baic, società tedesca e l’omologa cinese, si sono impegnate a investire 655 milioni di euro per la produzione di macchine elettriche a batteria (bev) nello stabilimento in comproprietà a Pechino. Entro il 2020 gli impianti andranno a regime e sforneranno auto a marchio Mercedes-Benz. In parallelo i cinesi metteranno a disposizione celle, tecnologia e ricerca per lo sviluppo delle batterie.

Anche FCA. Fiat Chrysler annuncia un importante investimento di 42 milioni di euro per una ricerca sull’auto del futuro che avverrà nello stabilimento di Pomigliano d’Arco (NA) Italia.

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