Nel mese di giugno le richieste di mutui sono in diminuzione

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Nel mese di giugno le richieste di mutui sono in diminuzione

Nel mese di giugno le richieste di mutui, sia quelli di acquisto che di surroga sono diminuite  dell’11% circa su base annua.

Una contrazione che va avanti ormai da inizio anno.

Mentre il prezzo (i tassi dei mutui sia variabili che fissi) è sceso ai minimi di tutti i tempi, la domanda anziché aumentare sta diminuendo.

Oggi si può ottenere, nella migliore delle ipotesi, l’1% sul fisso e lo 0,33% sul variabile. Quanto ai tassi medi siamo all’1,80% sul fisso e allo 0,90% sul variabile.

Numeri sinora mai visti.

Il calo delle surroghe, dopo aver contribuito alla crescita al mercato dei mutui ipotecari negli ultimi 5 anni, sono in diminuzione.

La surroga del mutuo o portabilità è la procedura introdotta dalla l. 40/2007, nota come Legge Bersani, grazie alla quale trasferire il proprio mutuo a costo zero dalla banca con cui il contratto di mutuo è in essere ad altro istituto.

L’attuale livello di incertezza riguardo al futuro e i salari reali che in Italia sono oggi inferiori a quelli di 10 anni fa, determina un atteggiamento più cauto da parte delle famiglie, che hanno deciso di procrastinare un impegno di investimento così importante come quello relativo all’acquisto della casa.

Le famiglie tuttavia registrano il clima di incertezza attraverso un incremento della propensione al risparmiocome forma cautelativa per coprirsi da eventuali futuri rischi.

Per il settore immobiliare italiano un tale contesto può significare un probabile riavvio di una fase di sviluppo, a partire dal prossimo anno.

Sul valore complessivo del mercato immobiliare italiano il comparto residenziale ha sempre avuto un peso maggioritario.

Il settore abitativo, in passato, ha coinvolto limitatamente gli operatori più strutturati e professionali.

Interessando un patrimonio già edificato, gli scambi avvengonoprevalentemente fra privati,mentre le nuove costruzioni, ridotte a un volume molto modesto, sono spesse generate da un modello edificatorio tradizionale basato sulle logiche della valorizzazione fondiaria più che su quelle dell’investimento e del rendimento.

Ne è prova il confronto fra l’andamento piuttosto vivace delle compravendite e la produzione di nuova edilizia residenziale.

Nell’ultimo anno a fronte di 578.647 abitazioni scambiate nel mercato immobiliare, si stima ne siano state costruite o integralmente ristrutturate 52.600 in leggero aumento rispetto al 2017 quando ne furono autorizzate 49.603.

La mancanza di un’offerta di nuovo conio e di qualità ha una negativa influenza sull’andamento dei prezzi di vendita.

La ripresa nel volume degli scambi, non accompagnata da un grande processo di trasformazione territoriale e di rinnovo del patrimonio abitativo, rende ancora incerta la destinazione di significativi investimenti in questo settore.