Casa UE fa marcia indietro sull’efficienza energetica

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La stretta è arrivata per gli edifici che non rispettano gli standard di efficienza energetica ma decisamente più soft rispetto alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi.

“Non sarà vietato vendere gli edifici che non rispettano gli standard di efficienza energetica”, precisa Bruxelles

Presentando la proposta, il vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, ha chiarito durante la conferenza stampa che il testo “Non contiene alcun divieto di vendita o locazione per gli immobili che saranno qualificati nella classe G, cioè 15 % degli edifici individuati come aventi la peggiore efficienza energetica del singolo Paese”, smentendo così le voci dei giorni scorsi.

Nuovi edifici a zero emissioni e introduzione graduale dei requisiti minimi prestazionali per gli altri, con gli Stati membri che devono identificare il 15% del numero di edifici (ad eccezione di quelli classificati come storici) con le problematiche più critiche promuovendo politiche per la loro energia riqualificazione. Sono questi i pilastri della proposta di direttiva (che dovrà essere recepita nelle rispettive legislazioni dagli Stati membri) adottata ieri dalla Commissione con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni nocive di un settore particolarmente inquinante.

Lotta al cambiamento climatico, mattone nel mirino
Si stima, infatti, che il mattone sia responsabile di circa il 40% dei consumi energetici dell’Unione e del 36% delle emissioni di gas serra legate all’utilizzo dell’energia. E proprio nell’ambito del più ampio piano di lotta al cambiamento climatico, Bruxelles sta accelerando.

Gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa”, ha affermato il commissario per l’Energia Kadri Simson.
Questo perché la maggior parte degli edifici nell’Unione Europea non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. Bisogna fare qualcosa con urgenza, perché oltre l’85% degli edifici di oggi esisterà ancora nel 2050″.

Piano
Nel dettaglio, quindi, dal 2030 in poi i nuovi edifici privati ​​non devono produrre emissioni nocive (mentre per gli edifici pubblici la data è anticipata al 2027). Significa, infatti, che “gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati il ​​più possibile da fonti rinnovabili e non dovranno emettere localmente emissioni di carbonio da combustibili fossili”, spiega la Commissione.

 

 

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