Canone affitti 2020 – Aumento della cedolare secca

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Canone affitti 2020 – Aumento della cedolare secca

L’aliquota è attualmente pari al 10 per cento, per effetto della decisione del governo Renzi nel 2014, confermata dal governo Gentiloni nel 2017, e la sua misura ridotta è motivata dalla finalità di favorire l’accesso all’abitazione da parte delle famiglie che non possono rivolgersi al libero mercato.

In questi anni di applicazione ha garantito un’offerta abitativa estesa, favorendo la mobilità di lavoratori e studenti sul territorio.

Dal 2012 al 2017, l’evasione sugli affitti si è ridotta del 50,45%, grazie ad un sistema di tassazione semplice oltre che agevolato.

La cedolare secca del 10% si applica, infatti, sui contatti d’affitto a canone concordato, i quali prevedono che il costo dell’affitto venga fissato entro determinati limiti, e soltanto nei casi in cui si verificano alcune specifiche condizioni:

  • l’immobile deve trovarsi in uno dei comuni con carenze di disponibilità abitative (articolo 1, lettera a) e b) del dl 551/1988). Si tratta, in pratica, dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché gli altri comuni capoluogo di provincia l’immobile deve trovarsi nei comuni ad alta tensione abitativa (individuati dal Cipe).

La cedolare secca del 10% si applica inoltre ai contratti d’affitto stipulati nei confronti degli studenti universitari ed ai contratti transitori,  di durata non superiore a 18 mesi.

Dal 1° gennaio 2020 la cedolare secca del 10% sarebbe dovuta passare al 15%, ovvero l’aliquota “ordinaria” fissata dal DL n. 102/2013 e che solo successivamente è stata ridotta di 5 punti in via temporanea.

L’aliquota, come previsto dalla bozza delle legge di bilancio per il 2020, passerà dal 10 al 12,50 per cento per i contratti d’affitto a canone concordato.
Mentre per gli affitti a canone concordato in Comuni con particolare densità abitativa o per case affittate a studenti l’aliquota resterà al 10%.

Nella Legge di bilancio 2020 si prevede l’aumento dell’imposta ipotecaria e catastale da 50 a 150 euro per il trasferimento di immobili soggetti all’imposta di registro, sia per la prima casa sia per gli altri immobili).