Giovani italiani ancora a casa, tra crisi e incertezze economiche

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Giovani italiani ancora a casa, tra crisi e incertezze economiche

Il fenomeno dei giovani italiani che vivono a casa dei genitori è complesso e radicato, e oggi registra un record storico, con oltre il 63% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ancora a casa. Secondo l’Istat, questo dato è il riflesso di molteplici fattori socioeconomici, ma anche di ragioni culturali e psicologiche. Mentre la manovra di Bilancio 2025 prevede misure come la conferma della garanzia per i mutui prima casa e sgravi sulle assunzioni, la situazione resta preoccupante, soprattutto alla luce del taglio di alcune agevolazioni fiscali che potrebbero ulteriormente rallentare l’autonomia dei giovani.

Giovani italiani ancora a casa, tra crisi e incertezze economiche

Condizioni economiche e lavoro precario
Il primo fattore che spinge i giovani a restare a casa è la precarietà economica e la mancanza di sicurezza lavorativa. Nonostante molti abbiano completato gli studi, si trovano spesso costretti ad accettare contratti a termine o part-time, che non garantiscono stabilità né un reddito sufficiente per affrontare le spese di un affitto o di un mutuo. Di fatto, la media dei salari giovanili è generalmente insufficiente per permettere loro di affrancarsi economicamente dalla famiglia. Anche il costo elevato delle abitazioni, in particolare nelle città, e l’inflazione crescente, che erode il potere d’acquisto, sono tra le ragioni principali di questa scelta forzata. Inoltre, chi vive già autonomamente ha visto aumentare le proprie spese del 7,7% dal 2014 al 2023, segno che la vita indipendente in Italia è diventata più difficile e onerosa rispetto a qualche anno fa.

Aspetti culturali
Oltre ai motivi economici, in Italia esiste un legame culturale forte tra le generazioni. Vivere con i genitori anche in età adulta è considerato socialmente accettabile e spesso rappresenta una scelta condivisa e approvata da entrambe le parti. A differenza di quanto accade in altri paesi europei, dove l’indipendenza viene vista come un valore da raggiungere rapidamente, in Italia i giovani e i loro genitori tendono a vedere con meno urgenza la necessità di un distacco. Questa mentalità si rispecchia anche nel fatto che le famiglie italiane spesso vedono nel risparmio e nella casa di proprietà una sicurezza, un bene che può essere tramandato e che continua a rappresentare un simbolo di stabilità.

Aspetti psicologici e di autostima
Dal punto di vista psicologico, restare a casa può offrire un senso di sicurezza, soprattutto in un contesto di incertezza e instabilità economica. Per molti giovani, la permanenza presso la famiglia d’origine è legata a un bisogno di supporto emotivo e psicologico, che rende meno stressante affrontare un mondo del lavoro spesso competitivo e poco gratificante. Tuttavia, vivere a lungo con i genitori può anche limitare lo sviluppo dell’indipendenza e della fiducia in sé stessi, creando una sorta di dipendenza emotiva che diventa difficile da rompere.

Le conseguenze della manovra 2025
Con la nuova manovra, che riduce i benefici fiscali per i genitori con figli a carico dai 30 anni in su, il governo sembra voler incentivare l’autonomia giovanile, ma senza fornire soluzioni concrete per favorire l’uscita di casa. Le politiche di detrazione fiscale limitate non toccano infatti direttamente i giovani, e non compensano l’assenza di misure strutturali che rendano sostenibile l’indipendenza.

Tre libri che esplorano le difficoltà economiche, la dipendenza dai genitori, e le sfide legate all’indipendenza economica dei giovani.

1. “La generazione sospesa. Precariato e giovani in Italia” – Chiara Saraceno

  • Chiara Saraceno, una delle più autorevoli sociologhe italiane, affronta il fenomeno del precariato giovanile in Italia. Il libro esplora le cause e le conseguenze di un mercato del lavoro che offre scarse prospettive di stabilità ai giovani, analizzando il loro rapporto con la famiglia e con il futuro. Saraceno fornisce una visione critica delle politiche pubbliche e discute soluzioni possibili per superare la stagnazione economica che tiene molti giovani a casa con i genitori.

2. “Giovani senza futuro? Prospettive e proposte per una nuova generazione” – Tito Boeri e Vincenzo Galasso

  • Tito Boeri, economista e già presidente dell’INPS, insieme al collega Vincenzo Galasso, analizza l’incertezza economica che i giovani affrontano oggi. Il libro esplora come il sistema pensionistico, la precarietà lavorativa e le difficoltà nel mercato immobiliare influenzino l’autonomia dei giovani italiani, proponendo anche strategie di riforma per il welfare e il mercato del lavoro.

3. “La trappola della casa. Come l’abitare sta cambiando l’Italia” – Isabella Borrelli e Sara Martin

  • Questo libro analizza il legame tra il mercato immobiliare e le difficoltà dei giovani italiani a raggiungere l’indipendenza. Borrelli e Martin approfondiscono il fenomeno delle abitazioni inaccessibili, i costi degli affitti e dei mutui, spiegando come queste problematiche contribuiscano a mantenere i giovani a casa dei genitori. Viene analizzato il contesto italiano e confrontato con altri Paesi europei, offrendo uno sguardo su possibili soluzioni.

Questi libri forniscono una panoramica completa su lavoro, abitazione e autonomia, temi essenziali per comprendere meglio le problematiche dei giovani in Italia e le politiche necessarie per affrontarle.

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