Caso Dossier : Melillo e Cantone audizione all’Antimafia

Caso Dossier : Melillo e Cantone audizione all’Antimafia

La Procura di Perugia ha aperto un’inchiesta su 14 pubblici ufficiali accusati di aver effettuato oltre 800 accessi abusivi ai database delle forze di polizia.

Le indagini, coordinate dal Procuratore capo Raffaele Cantone, hanno portato alla luce un sistema di “dossieraggio” che coinvolge imprenditori e politici di rilievo.

Il modus operandi:

I funzionari, per giustificare gli accessi illegittimi ai sistemi informatici “Siva” (Sistema Informativo Valutario), “Sdi” (Sistema d’Indagine) e “Etna” (elenco telefonico nazionale), creavano un procedimento “specchio” classificato come “Richiesta apertura Dossier pre-investigativo“.

Questo escamotage permetteva loro di ottenere informazioni riservate su persone senza un’adeguata base legale.

Le finalità:

Le informazioni acquisite venivano poi utilizzate per alimentare inchieste giornalistiche su alcuni quotidiani, spesso con l’obiettivo di danneggiare la reputazione dei soggetti “schedati“.

Le implicazioni:

L’inchiesta della Procura di Perugia desta grande preoccupazione per la gravità dei reati contestati e per le implicazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei cittadini. Il caso solleva inoltre interrogativi sul ruolo dei media e sulla loro responsabilità nella diffusione di informazioni riservate.

Le indagini in corso:

Oggi, alle ore 16.30, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo sarà ascoltato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, presso l’Aula del V piano di Palazzo San Macuto.

Domani mattina, alle 10, sarà il turno di Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, entrambi coinvolti nell’inchiesta sui presunti dossieraggi contro politici e vip.

Domani, le audizioni proseguiranno al Copasir, con Melillo previsto alle 12.30 e Cantone alle 14.30. L’inchiesta riguarda la ricerca e divulgazione di informazioni sensibili da parte del tenente della guardia di finanza Pasquale Striano mentre era in servizio alla procura nazionale antimafia.

Si registrano centinaia di accessi “abusivi” alle banche dati contenenti informazioni sensibili. Tra gli otto giornalisti indagati, cinque non risultano iscritti né all’Albo dei giornalisti professionisti né a quello dei pubblicisti.

L’accusa li associa a Striano come “giornalisti richiedenti informazioni,” sollecitando e ricevendo dati dal finanziere durante il suo servizio all’Antimafia. L’indagine evidenzia inoltre discrepanze nei profili professionali di alcuni giornalisti indagati.

La Procura di Perugia sta proseguendo le indagini per accertare l’esatta natura dei dossier, i reali scopi degli accessi abusivi e l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti.

Un caso emblematico:

Il caso di Perugia rappresenta un esempio emblematico di un fenomeno preoccupante: l’abuso di potere da parte di pubblici ufficiali che utilizzano strumenti riservati per fini illegittimi. La vicenda evidenzia la necessità di rafforzare i controlli e le garanzie a tutela della privacy e della sicurezza dei cittadini.

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