300 mila lavoratori vivono giorni di preoccupazione

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Crisi industriali, 300 mila lavoratori vivono giorni di preoccupazione

Il 2024 si è aperto con un’ondata di crisi industriali che sta colpendo l’Italia in modo particolarmente significativo. Secondo i dati di Confindustria, a inizio anno sono attivi in Italia circa 60 tavoli di crisi aziendali, che coinvolgono oltre 300 mila lavoratori diretti e altrettanti dell’indotto.

Le cause di questa crisi sono molteplici e complesse. In primo luogo, il contesto internazionale è caratterizzato da una forte incertezza, dovuta alla guerra in Ucraina, al conflitto israelo-palestinese e le recenti tensioni nel Mar Rosso. In secondo luogo, l’industria italiana è già in sofferenza da diversi anni, a causa della concorrenza internazionale, della mancanza di investimenti e della deindustrializzazione.

Il rischio dei lavoratori e quelli dell’indotto

La crisi industriale ha un impatto drammatico sulle famiglie dei lavoratori coinvolti. In caso di chiusura o di ridimensionamento delle aziende, i lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro, con conseguenze pesanti per il loro futuro e quello dei loro cari.

Anche l’indotto delle aziende in crisi è a rischio. Infatti, la chiusura o il ridimensionamento di un’azienda può portare alla perdita di posti di lavoro anche nelle aziende che forniscono servizi o prodotti all’azienda in crisi.

Le misure del governo

Il governo italiano ha adottato alcune misure per cercare di fronteggiare la crisi industriale. In particolare, il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 gennaio 2024 prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria delle aziende in crisi.

Tuttavia, le misure del governo sono ancora insufficienti per risolvere la crisi industriale. È necessario un intervento più strutturale, che coinvolga tutti i livelli di governo e le parti sociali.

Le proposte per il futuro

Per affrontare la crisi industriale è necessario un piano strategico che investa in ricerca e sviluppo, formazione, infrastrutture e politiche industriali. È inoltre necessario rivedere il sistema fiscale e contributivo, in modo da rendere più competitive le imprese italiane.

Inoltre, è importante che le imprese italiane si adeguino ai cambiamenti in atto nel mercato globale, investendo nella transizione ecologica e digitale.

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