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Legge speciale in materia di economia a favore del Sud Italia

Legge speciale in materia di economia a favore del Sud Italia

Giuseppe Zanardelli, bresciano, 1903 presentò la prima legge speciale in materia di economia a favore del Sud Italia, che era stata unita 42 anni prima.

Giuseppe Zanardelli, nato a Brescia il 26 ottobre 1826, presidente del Consiglio, in carica dal 15 febbraio 1901 al 3 novembre 1903, avverso di Crispi per via delle sue politiche repressive in Sicilia (Fasci dei lavoratori) e per la sua politica coloniale in Africa.

Zanardelli avviò una riforma del sistema giudiziario e riuscì a far approvare il primo codice penale dell’Italia unita, considerato tra i più liberali e progrediti tra quelli vigenti all’epoca. Tra l’altro, per sua iniziativa personale, si giunse all’abolizione della pena di morte.

Era il 17 settembre del 1902,un viaggio, una storia di tanti e tanti anni fa.

Zanardelli, nel settembre 1902, a settantasei anni, compì un viaggio nell’Italia meridionale, attraverso la Basilicata (una delle regioni allora più povere d’Italia) e tenne anche un discorso a Potenza, divenendo così il primo capo del governo dell’Italia unita a recarsi nel Mezzogiorno.

Il viaggio sarà fondamentale per l’approvazione della legge speciale per la Basilicata (il 23 febbraio 1904), uno dei primi esempi di intervento straordinario dello Stato nel Mezzogiorno.

L’Italia ha più o meno gli stessi problemi di adesso. Primo, c’è la crisi. Crisi vera, di fame e disperazione.

La politica industriale dell’Italia unita e i protezionismi europei durante la lunga crisi economica che colpì il continente fra gli anni Settanta e Novanta dell’Ottocento ebbero effetti negativi sull’agricoltura meridionale. Ma la tesi secondo cui l’Italia sarebbe stata governata dal Nord non tiene conto dell’importanza assunta dalla burocrazia meridionale nella gestione dello Stato.

Si parte da Roma il 14 settembre con un treno speciale. Prima tappa Napoli.

Lungo il tragitto, tappa dopo tappa, Giuseppe Zanardelli riceve l’omaggio dagli onorevoli rappresentanti del locale collegio elettorale, oltre che da sindaci e varie autorità.

Il treno passa per Ceccano, poi per Roccasecca, Caianello, Teano, Cassino, Pignataro, Capua, Santa Maria Capua Vetere e Caserta.

Vanno a Eboli e già Zanardelli scopre l’inferno, ma la destinazione dei protocolli ministeriali è il cuore della Lucania.

La Basilicata è secondo le statistiche il Sud più Sud. È l’incarnazione geografica della questione meridionale.

In Basilicata un primo ministro dal vivo, non lo ha mai visto nessuno.

A Lagonegro il vecchio presidente rompe il protocollo e dice al sindaco «voglio incontrare tutti, anche la gente più umile». Passa tutto il giorno a confessare i disperati.

Poi riparte: Moliterno, Corleto Perticara, Stigliano, Craco, Montalbano Jonico, Policoro, Matera, Venosa, Melfi, Rionero in Vulture, Potenza e le piccole stazioni di passaggio.

Il sindaco di Moliterno (Potenza) lo salutò «a nome degli ottomila abitanti del Comune, tremila dei quali sono in America, mentre gli altri cinquemila si preparano a seguirli».

A Gorgoglione incontra un vecchio che comunque ha meno anni di lui e chiede: di cosa avete bisogno? E il vecchio risponde: «Eccellenza, di tutto. Ma intanto pregate per noi».

Zanardelli promette riforme, infrastrutture, soldi, scuole, speranza. È sincero.

Le sue precarie condizioni di salute non gli consentirono tuttavia di portare a termine grandi opere, tuttavia durante il suo governo avvenne la militarizzazione dei ferrovieri facendo assumere al governo parte dell’onere finanziario delle ferrovie, venne richiamata alle armi la classe 1878, venne istituito l’acquedotto pugliese, vennero approvati particolari provvedimenti per la città di Napoli inerenti al risanamento del bilancio comunale ed all’avvio di un programma di industrializzazione, venne proposta una legge sul divorzio che sebbene già approvata dalla Camera dovette essere ritirata per la forte opposizione popolare.

Si congedò definitivamente dalla scena politica, a causa di una malattia terminale, dando le dimissioni da primo ministro il 3 novembre 1903.

Poco più di un anno dopo il suddetto viaggio, il giorno di Santo Stefano del 1903 il suo cuore smette di battere e le sue promesse se ne vanno con lui.

Zanardelli è morto e l’Italia sta ancora aspettando la fine della questione meridionale.

 

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