Il caso Salis indignazione per i diritti umani in Ungheria

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Il caso di Ilaria Salis ha suscitato indignazione e preoccupazione per i diritti umani in Ungheria. Salis, una donna italiana di 39 anni, che è in carcere in Ungheria dall’11 febbraio 2023 con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra.

È stata detenuta nella prigione di Vác, dove ha subito una serie di abusi e violazioni dei suoi diritti.

Tra questi abusi, Salis è stata costretta a indossare manette e catene ai piedi anche in tribunale, in violazione dell’articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che vieta le umiliazioni e i trattamenti degradanti. È stata inoltre privata dell’accesso ai suoi avvocati e ai suoi familiari, e ha ricevuto scarsa assistenza medica.

Il caso di Salis è solo uno dei tanti esempi di abusi e violazioni dei diritti umani nelle carceri ungheresi. Negli ultimi anni, il governo ungherese ha introdotto una serie di riforme del sistema carcerario che hanno portato a un deterioramento delle condizioni di detenzione.

Tra queste riforme, c’è stata la riduzione del numero di guardie carcerarie, che ha portato a un aumento della violenza da parte del personale carcerario. Inoltre, il governo ha ridotto i finanziamenti alle carceri, che ha portato a una carenza di cibo, di cure mediche e di altri servizi essenziali.

Queste riforme hanno portato a un aumento delle proteste da parte dei detenuti e dei loro familiari. Nel 2022, un gruppo di detenuti ha organizzato una rivolta nella prigione di Tököl, che è stata repressa con la forza dalle guardie carcerarie.

Il governo ungherese ha negato le accuse di abusi e violazioni dei diritti umani nelle carceri. Tuttavia, le testimonianze di Salis e di altri detenuti hanno portato a un’indagine da parte del Parlamento europeo.

L’indagine ha concluso che il sistema carcerario ungherese è in grave crisi, e che sono necessarie urgenti riforme per proteggere i diritti dei detenuti. Il Parlamento europeo ha invitato il governo ungherese a prendere provvedimenti per migliorare le condizioni di detenzione, e a garantire il rispetto dei diritti umani dei detenuti.

Il caso di Ilaria Salis è un esempio di come i diritti umani possono essere violati anche in un paese democratico. È importante che la comunità internazionale vigili sul rispetto dei diritti umani in Ungheria e in altri paesi, e che agisca per proteggere le persone che sono detenute.

Intanto, in Italia rischiamo di emulare l’est dell’Europa. Il sovraffollamento medio è al 117,2% e i suicidi in carcere nel 2024 sono già 14, morti sotto la responsabilità dello Stato.

Nessuno conosce i loro nomi, nessuno si chiede le loro storie, sembra che la cosa interessare a pochissimi.

In tutta Italia il numero di detenuti presenti alla data del 31 dicembre 2023 era pari a 60.166: sono cresciuti di 3.970 unità in un anno (+7,1%).

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