Colloqui per il Cessate il Fuoco a Gaza Bloccati

Colloqui per il Cessate il Fuoco a Gaza Bloccati all’Avvicinarsi del Ramadan

05 marzo 2024L’impasse nei negoziati per un cessate il fuoco a Gaza persiste dopo tre giorni di trattative con Hamas, a meno di una settimana dall’inizio del Ramadan, considerato un termine informale per giungere a un accordo.

Stati Uniti, Qatar ed Egitto hanno dedicato settimane all’intermediazione di un accordo che prevedeva il rilascio di prigionieri israeliani da parte di Hamas in cambio di un cessate il fuoco di sei settimane, del rilascio di alcuni detenuti palestinesi e di un aumento degli aiuti umanitari a Gaza.

Tuttavia, Hamas ha respinto la richiesta di rilasciare tutti i circa 100 ostaggi in loro possesso, oltre ai resti di altri 30, a meno che Israele non ponga fine alla sua offensiva, si ritiri da Gaza e rilasci un significativo numero di prigionieri palestinesi, inclusi combattenti condannati all’ergastolo.

Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato martedì che il gruppo mira a ottenere un cessate il fuoco permanente anziché una pausa di sei settimane, insieme a un “ritiro completo” delle forze israeliane. La situazione rimane complessa e in evoluzione, con le speranze di una risoluzione pacifica ancora incerte.

Hamdan, parlando con i giornalisti a Beirut, ha sottolineato che la sicurezza e l’incolumità del popolo possono essere garantite soltanto attraverso un cessate il fuoco permanente, accompagnato dalla cessazione dell’aggressione e dal ritiro completo da ogni centimetro della Striscia di Gaza.

D’altra parte, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha respinto pubblicamente tali richieste, riaffermando il suo impegno a continuare l’offensiva fino allo smantellamento di Hamas e al recupero di tutti i prigionieri. Notabilmente, Israele ha deciso di non partecipare all’ultima fase dei colloqui.

Simultaneamente, Israele ha avanzato richieste specifiche a Hamas, chiedendo la consegna di un elenco dettagliato dei prigionieri ancora in vita, insieme a un chiarimento sul rapporto tra prigionieri e quelli che saranno coinvolti in qualsiasi accordo di rilascio.

Il leader di Hamas, Bassem Naim, ha aggiunto ulteriore complessità alla situazione dichiarando che il gruppo non dispone di informazioni precise sulla condizione dei prigionieri, sottolineando le difficoltà legate agli scioperi della fame e agli attacchi. Naim ha evidenziato la complessità della situazione, con i prigionieri detenuti da diversi gruppi in luoghi vari.

La divergenza di opinioni e la mancanza di compromessi tra le parti coinvolte sono diventati evidenti, come ha affermato Salhut, sottolineando le due prospettive completamente diverse che ostacolano un accordo.

Durante i colloqui di dialogo strategico tra Stati Uniti e Qatar, il segretario di Stato Antony Blinken ha esortato Hamas ad accettare un piano di cessate il fuoco. Tuttavia, Netanyahu ha continuato a sottolineare la determinazione di Israele nell’andare avanti con la guerra finché non saranno soddisfatte le sue richieste fondamentali.

Conclusa l’ultima fase dei colloqui, Hamas ha presentato una proposta ai mediatori, che verrà discussa con Israele nei prossimi giorni. Questo sviluppo è stato confermato da funzionari egiziani, aprendo la porta a ulteriori negoziati.

La situazione sul terreno resta grave, con il bilancio delle vittime e la situazione umanitaria a Gaza che continuano a peggiorare. La comunità internazionale rimane impegnata nel tentativo di raggiungere una soluzione pacifica, ma le sfide persistenti indicano la complessità del processo di mediazione.

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