Mito della Papessa Giovanna: la chiesa prepara il nuovo conclave
Mito della Papessa Giovanna: la chiesa prepara il nuovo conclave
“Sotto il segno dell’ombra di Giovanna”
Città del Vaticano, maggio 2025. La morte di Papa Francesco, avvenuta appena dieci giorni fa, ha lasciato non solo un vuoto profondo nel cuore dei fedeli, ma ha aperto anche una nuova fase di intensa riflessione per la Chiesa cattolica. Le campane di San Pietro, che hanno suonato lente e solenni, si sono ora taciute, lasciando spazio ai sussurri, alle preghiere, e alle discussioni febbrili che attraversano le navate, le sacrestie e i corridoi segreti del potere ecclesiastico.

In questi giorni sospesi, il conclave si prepara. I cardinali, giunti da ogni angolo del mondo, si chiudono a porte serrate nella Cappella Sistina. Eppure, fuori da quelle mura affrescate da Michelangelo, il mondo guarda con occhi nuovi. Perché questo non è un conclave come gli altri. Questo è il conclave che avviene nel tempo delle donne.
Nel cuore della città eterna, un’ombra che da secoli aleggia sulla Chiesa come un fantasma mai del tutto esorcizzato: la Papessa Giovanna. Una leggenda, certo. O almeno così è stata etichettata per più di settecento anni. Eppure, nella narrazione popolare, nel teatro medioevale, nei sermoni dei riformatori e nei pamphlet dei protestanti, Giovanna è sopravvissuta. Una donna, travestita da uomo, salita al soglio di Pietro e smascherata solo da un parto improvviso. Uno scandalo diventato mito, e un mito diventato lente attraverso cui leggere i silenzi e i tabù della Chiesa.
Oggi, nel 2025, questo nome antico si riaffaccia, al momento tra i papabili vi è una figura radicalmente nuova: una donna, teologa stimata, già alla guida di una delle commissioni più progressiste del pontificato bergogliano.Il diritto canonico non prevede il sacerdozio femminile, certo, e quindi nemmeno la possibilità che una donna diventi papa. Ma Francesco ha seminato aperture, crepe in muri un tempo invalicabili. Ha permesso l’accesso delle donne a ruoli di responsabilità, ha benedetto la possibilità di nuovi linguaggi, ha parlato di Chiesa sinodale.
Così, nei corridoi del Vaticano, sotto affreschi e mosaici, si discute, si argomenta, si teme. Alcuni invocano la Tradizione come scudo, altri come prigione. La domanda antica ma mai così urgente: perché no? Perché non una donna?
La leggenda della Papessa, un tempo usata come arma dai riformatori contro il potere della Curia romana, torna oggi come specchio. Riflette la tensione mai sanata tra il corpo e lo spirito, tra autorità e identità, tra fedeltà e trasformazione. Nell’antico rituale d’incoronazione papale, abolito ma mai dimenticato, c’era una frase enigmatica: “Sic transit gloria mundi”. E si racconta che, proprio per timore che la papessa Giovanna potesse ripetersi, fosse stato introdotto un bizzarro rituale di verifica: il neoeletto pontefice, seduto su una sedia forata, avrebbe dovuto dimostrare la propria virilità. “È uomo!”, avrebbe proclamato il cerimoniere. Un gesto grottesco, se letto oggi. Ma anche un simbolo potente della paura: paura del corpo, paura della donna, paura del cambiamento.
Eppure oggi, di fronte a un mondo che cambia a ritmi vertiginosi, anche la Chiesa — eterna ma mai statica — si trova a un bivio. Può rifugiarsi nella sicurezza del già noto o rischiare l’ignoto evangelico. Le voci più giovani, i fedeli ai margini, le religiose, i laici impegnati, tutti chiedono ascolto. Non per rivoluzione, ma per fedeltà al Vangelo che mette al centro l’umanità intera, non solo una parte.
Una teologa romana, interpellata da una rete televisiva, ha detto:
“Non chiediamo una donna per il gusto di rompere un tabù. Chiediamo che venga riconosciuta la pienezza del battesimo, che non conosce genere. Se Dio chiama, chi siamo noi per impedire?”
Il conclave inizierà il 7 maggio, alcuni fedeli in uno striscione: “Ecclesia semper reformanda”. La Chiesa deve sempre riformarsi. È un grido antico, ma oggi più attuale che mai.
Non sarà questo il conclave in cui una donna verrà eletta Papa. Forse la Papessa resterà leggenda, e le sedie forate solo reperti da museo. Ma è certo che l’eco di Giovanna non tace. È tornata a parlare, non più come accusa, ma come possibilità.
Nel cuore di Roma, la notte cade silenziosa. Ma le campane potrebbero suonare presto. E chissà se stavolta, con il bianco fumo, non salirà anche una nuova speranza, aperta al femminile e apostolica, sul soglio che fu di Pietro.
Mito della Papessa Giovanna: la chiesa prepara il nuovo conclave
Tre libri in italiano (anche di autori stranieri tradotti) che affrontano il tema della Papessa Giovanna, del sacerdozio femminile e delle donne nella Chiesa, da prospettive storiche, teologiche e letterarie:
1. “La papessa Giovanna” – Donna Woolfolk Cross
- Editore: Rizzoli / BUR
- Genere: Romanzo storico
- Trama/tema:
Un romanzo che ripercorre in chiave narrativa la leggenda della Papessa Giovanna, basandosi su documenti storici e fonti medievali. L’autrice statunitense esplora il contesto culturale e religioso dell’epoca, dando voce a una figura femminile intelligente e colta che sfida le restrizioni imposte alle donne. - Perché è rilevante: Offre una ricostruzione romanzata ma ben documentata della leggenda e delle sue implicazioni sul ruolo delle donne nella Chiesa.
2. “Donne e Bibbia. Storie di prostitute, regine, discepole” – Luigi Maria Epicoco
- Editore: San Paolo
- Genere: Saggio teologico e biblico
- Trama/tema:
Un sacerdote e teologo cattolico esplora le figure femminili nella Bibbia, mettendo in luce la loro centralità spesso ignorata nella tradizione. - Perché è rilevante: Rileggere la presenza femminile nella storia sacra è fondamentale per comprendere le tensioni attuali sul tema dell’accesso delle donne ai ruoli ecclesiastici.
3. “Il secondo sesso” – Simone de Beauvoir
- Edizione italiana: Il Saggiatore
- Genere: Filosofia / Saggio femminista
- Trama/tema:
Opera fondamentale del pensiero femminista. Non parla esclusivamente della religione, ma dedica capitoli importanti alla posizione della donna nel cristianesimo e nella storia della Chiesa. - Perché è rilevante: De Beauvoir analizza il concetto di alterità femminile anche nella tradizione cristiana, ponendo le basi teoriche per la critica al patriarcato ecclesiastico.
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