Italia Caporalato: 230mila lavoratori ancora sfruttati, il 30% italiani

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Italia Caporalato: 230mila lavoratori ancora sfruttati, il 30% italiani

Le campagne italiane sono ancora teatro di uno dei problemi più gravi e persistenti del settore agricolo: il caporalato. Questo fenomeno riguarda circa 230mila lavoratori, una forza lavoro sfruttata in condizioni spesso disumane. Di questi, circa 55mila sono donne e il 30% non sono migranti, smentendo il luogo comune che il caporalato colpisca solo gli stranieri. La paga media per questi lavoratori è di soli 20 euro al giorno, una cifra irrisoria che non rispecchia minimamente il valore del loro duro lavoro. Spesso, i lavoratori sono costretti a lavorare fino a 14 ore al giorno, in condizioni di sfruttamento e privazioni, senza diritti né tutele.

Italia Caporalato: 230mila lavoratori ancora sfruttati, il 30% italiani

Un Settore in Difficoltà

Nel 2020 in Italia risultavano attive 1.133.023 aziende agricole, 487mila in meno rispetto a dieci anni prima. Questo rappresenta un calo di poco superiore al 30%. Anche la superficie agricola utilizzata (SAU) è diminuita leggermente, passando da 12.856 a 12.535 ettari (-2,5%). Dal 1982, anno del terzo censimento dell’agricoltura e i cui dati sono comparabili con quelli del 2020, sono scomparse quasi due aziende agricole su tre (63,8%). La riduzione è stata più accentuata negli ultimi vent’anni: il numero di aziende agricole si è infatti più che dimezzato rispetto al 2000, quando era pari a quasi 2,4 milioni.

Controlli Insufficienti

Il numero di ispettori del lavoro attualmente attivi in Italia è insufficiente rispetto alla vastità del problema. La mancanza di personale dedicato rende difficile contrastare efficacemente il fenomeno del caporalato, lasciando migliaia di lavoratori senza protezione. Gli ispettori del lavoro svolgono un ruolo cruciale nel monitorare le condizioni di lavoro e nel far rispettare le leggi, ma le risorse a loro disposizione sono spesso limitate.

Interventi Necessari

Non solo ispettorati del lavoro, ma anche la guardia di finanza e i carabinieri sono coinvolti nella lotta contro il caporalato e le truffe nel settore agricolo. Gli interventi della guardia di finanza sono essenziali per contrastare le truffe ai danni della comunità europea e dell’INPS, che privano lo stato di risorse importanti e favoriscono il perpetuarsi del caporalato. Inoltre, le infiltrazioni mafiose nel settore agricolo richiedono un intervento deciso da parte dei carabinieri, che lavorano per smantellare le reti criminali che sfruttano i lavoratori e compromettono la legalità del settore.

La Situazione Attuale

Le aziende agricole italiane, già messe a dura prova da una serie di crisi economiche e climatiche, affrontano ora la sfida aggiuntiva del caporalato. La riduzione del numero di aziende agricole ha portato a una maggiore concentrazione della produzione, ma ha anche esacerbato i problemi legati allo sfruttamento del lavoro. La diminuzione della superficie agricola utilizzata riflette anche un cambiamento nelle pratiche agricole e nella gestione del territorio, ma non ha risolto i problemi strutturali del settore.

Conclusione

La lotta contro il caporalato richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della società civile. È necessario potenziare i controlli e garantire che le leggi vengano applicate rigorosamente per proteggere i lavoratori e promuovere un’agricoltura sostenibile e giusta. Solo attraverso un’azione coordinata e risoluta sarà possibile sradicare il caporalato dalle campagne italiane e restituire dignità e diritti a migliaia di lavoratori sfruttati.

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