Cop29: Finanza climatica approvata, ma scontenta i Paesi vulnerabili
Cop29: Finanza climatica approvata, ma scontenta i Paesi vulnerabili
La Cop29, tenutasi a Baku dall’11 al 22 novembre, ha segnato un momento cruciale, ma controverso, nel cammino globale verso la lotta al cambiamento climatico. Tra tensioni e delusioni, l’accordo raggiunto sull’aumento dei fondi per il clima lascia l’amaro in bocca a molte nazioni, in particolare ai Paesi del sud del mondo. Nonostante le alte aspettative, l’esito della conferenza è stato descritto da molte organizzazioni come un compromesso al ribasso, con più ombre che luci.

Un obiettivo di finanza climatica insufficiente
L’accordo prevede che i finanziamenti per il clima, attualmente fermi a 100 miliardi di dollari l’anno, vengano gradualmente aumentati fino a raggiungere i 300 miliardi di dollari entro il 2035. Questi fondi saranno destinati ad aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare le conseguenze del cambiamento climatico, adattarsi agli eventi climatici estremi e avviare la transizione verso energie rinnovabili. Tuttavia, il testo finale non specifica chi dovrà contribuire a questa cifra o come saranno reperiti i fondi. La vaghezza del documento ha alimentato critiche, soprattutto da parte dei Paesi più vulnerabili, che speravano in un impegno concreto e immediato.
L’assenza di un piano chiaro su chi finanzierà queste risorse – governi, finanza privata o altre istituzioni – evidenzia una mancanza di volontà politica condivisa. Inoltre, l’obiettivo iniziale di raccogliere 1.300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 è stato drasticamente ridimensionato, trasformandosi in un generico invito. Questo ridimensionamento rappresenta un duro colpo per le nazioni più colpite dal cambiamento climatico, che vedono ancora una volta rimandata l’azione necessaria per affrontare l’emergenza climatica.
L’insoddisfazione dei Paesi vulnerabili e delle organizzazioni ambientaliste
Organizzazioni come il WWF hanno espresso grande preoccupazione per l’esito della conferenza. Secondo il loro punto di vista, la Cop29 ha fallito nell’inviare un segnale forte e chiaro sull’urgenza di ridurre le emissioni di gas serra e di eliminare progressivamente i combustibili fossili. Le nazioni più fragili, come le piccole isole minacciate dall’innalzamento del livello del mare, sono state lasciate senza garanzie concrete: dal testo finale è stata eliminata la priorità per queste aree, aumentando la percezione di abbandono da parte della comunità internazionale.
Un altro punto controverso riguarda la posizione della Cina. Nonostante sia il maggiore emettitore mondiale in termini aggregati, il Paese continua a essere considerato, in base agli accordi del 1992, una nazione in via di sviluppo, status che gli permette di contribuire su base volontaria senza obblighi. Questa clausola ha suscitato critiche da parte di altri Paesi, che vedono nella Cina un attore globale con le risorse necessarie per contribuire in maniera più sostanziale.
Un’occasione mancata per accelerare la transizione
La Cop29 è stata la prima conferenza sul clima a coinvolgere in maniera significativa il settore della finanza nel processo di decarbonizzazione. Tuttavia, l’opportunità di accelerare concretamente la transizione energetica è stata in gran parte sprecata. Non sono stati stabiliti impegni vincolanti per ridurre le emissioni di gas serra del 65% entro il 2030, obiettivo che era stato posto al centro dell’agenda della conferenza. Questo rinvio all’azione concreta rischia di compromettere ulteriormente il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi del 2015.
Sguardo alla Cop30 di Belém
L’attenzione ora si sposta sulla Cop30, che si terrà a Belém, nel cuore della foresta amazzonica. Questa località simbolica mette al centro della scena uno degli ecosistemi più cruciali per la lotta al cambiamento climatico, ma anche uno dei più minacciati dalla deforestazione e dall’espansione agricola. La speranza è che a Belém si possa superare lo stallo politico e raggiungere un consenso più ambizioso, capace di rispondere alle urgenze climatiche con misure concrete e condivise.
In definitiva, la Cop29 rappresenta un’altra occasione mancata per dare risposte decisive alla crisi climatica globale. Rimandare l’azione non è più un’opzione sostenibile: il pianeta richiede soluzioni immediate e ambiziose, supportate da una cooperazione internazionale autentica e da risorse finanziarie adeguate. Tuttavia, senza un cambio di passo nella volontà politica dei Paesi più influenti, le promesse rischiano di rimanere solo parole.
Cop29: Finanza climatica approvata, ma scontenta i Paesi vulnerabili
Tre libri in italiano che trattano temi legati al cambiamento climatico, la giustizia ambientale e le sfide globali, scritti anche da autori stranieri e disponibili in traduzione:
1. “La grande cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile” di Amitav Ghosh
- Questo saggio esplora il cambiamento climatico come una crisi non solo ecologica ma anche culturale. Ghosh critica la narrativa contemporanea che minimizza l’urgenza della crisi ambientale e invita a ripensare il nostro rapporto con la natura.
- Perché leggerlo: Offre un’analisi profonda e accessibile del perché la società fatichi a riconoscere e affrontare il cambiamento climatico.
2. “Sotto un cielo di piombo” di Naomi Klein
- Una traduzione di This Changes Everything, questo libro di Naomi Klein analizza il legame tra il capitalismo e la crisi climatica. Sostiene che per affrontare il cambiamento climatico è necessaria una trasformazione radicale del sistema economico.
- Perché leggerlo: Combina analisi economiche e ambientali con proposte concrete per un futuro più sostenibile e giusto.
3. “La nostra casa è in fiamme. La nostra battaglia contro il cambiamento climatico” di Greta Thunberg e la sua famiglia
- Un racconto personale che intreccia le esperienze di Greta Thunberg e della sua famiglia con un messaggio globale: l’urgenza di agire contro il cambiamento climatico.
- Perché leggerlo: È un libro ispiratore che evidenzia l’impatto delle azioni individuali e l’importanza dell’attivismo.
Questi testi sono ideali per approfondire il tema e acquisire una comprensione più ampia delle sfide e delle soluzioni legate al cambiamento climatico.
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