Zelenskyy lascia la Casa Bianca dopo scontro con Trump
Zelenskyy lascia la Casa Bianca dopo scontro con Trump
Volodymyr Zelenskyy ha lasciato improvvisamente la Casa Bianca dopo un teso confronto pubblico con il presidente Donald Trump e il vicepresidente JD Vance mentre si incontravano nello Studio Ovale. Alzando la voce, Trump ha definito il presidente ucraino “irrispettoso” e gli ha detto che avrebbe dovuto ringraziare gli Stati Uniti, dicendo: “Non hai carte”.

L’incontro bilaterale avrebbe dovuto concentrarsi in parte su un potenziale accordo tra Stati Uniti e Ucraina sui minerali delle terre rare del paese europeo, che vengono utilizzati per realizzare una varietà di prodotti tecnologici. Una conferenza stampa congiunta prevista per questo pomeriggio è stata annullata dopo lo scontro nello Studio Ovale.
Urla, minacce e recriminazioni. L’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelenskyy si è trasformato in un duello durissimo e senza precedenti nello Studio Ovale, luogo simbolo della diplomazia americana che in oltre due secoli di storia ha ospitato i colloqui tra gli inquilini della Casa Bianca e centinaia di leader stranieri.
Il presidente degli Stati Uniti: “Giochi con la III guerra mondiale, fai l’accordo o resti solo”. Sotto lo sguardo attonito di reporter e membri del governo americano, il presidente e il suo vice JD Vance hanno messo all’angolo il leader ucraino, che non è riuscito a rispondere a tono. Venti minuti ad altissima tensione che si sono conclusi con la partenza anticipata di Zelenskyy dalla Casa Bianca, senza una conferenza stampa, senza la firma sull’intesa sulle terre rare e soprattutto senza un accordo che possa portare pace in Ucraina.
Lo scontro è continuato per una ventina di minuti, al termine dei quali Zelenskyy ha lasciato la Casa Bianca senza che la riunione per la firma dell’accordo si tenesse, e senza una conferenza stampa finale. Secondo la rete televisiva Fox (molto vicina a Trump), lo stesso presidente Usa avrebbe invitato l’ucraino ad andar via.
Subito dopo Trump ha diffuso un post su X nel quale afferma: “Oggi abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca. Sono state apprese molte cose che non si sarebbero mai potute capire senza una conversazione sotto un tale fuoco e una tale pressione. È sorprendente ciò che emerge attraverso le emozioni, e ho stabilito che il Presidente Zelenskyy non è pronto per la pace se l’America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati. Non voglio vantaggi, voglio la PACE. Ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d’America nel loro amato Studio Ovale. Potrà tornare quando sarà pronto per la pace”.
L’incontro, alla fine di una settimana intensa di negoziati che ha visto alternarsi a Washington il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer, non era iniziato sotto i migliori auspici con Trump che aveva accusato Zelenskyy di essere un “dittatore”.
Lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca ha scatenato una forte reazione tra i leader europei, che si sono affrettati a ribadire il loro sostegno all’Ucraina. L’evento, che ha visto momenti di alta tensione nello Studio Ovale, ha portato i principali rappresentanti dell’Unione Europea a schierarsi nettamente dalla parte di Kiev.
La prima reazione europea è arrivata dal premier polacco Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio Europeo: “Caro Volodymyr, caro amico ucraino, non sei solo”.
“L’Ucraina è Europa! Siamo al fianco dell’Ucraina”, ha dichiarato Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Il suo intervento ha sottolineato la necessità di un’Europa più determinata nel sostenere la resistenza ucraina, affermando che il mondo libero ha bisogno di una nuova leadership e che spetta agli europei raccogliere questa sfida.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha espresso solidarietà a Zelensky con un messaggio chiaro: “La vostra dignità onora il coraggio del popolo ucraino… Non sei mai solo, caro Presidente Zelenskyy”. Anche altri esponenti di spicco dell’Ue hanno rilanciato le sue parole, rafforzando l’idea di un fronte europeo compatto a sostegno di Kiev.
Friedrich Merz, candidato alla cancelleria tedesca, ha affermato con fermezza che “non dobbiamo mai confondere aggressore e vittima in questa terribile guerra”. Olaf Scholz, attuale cancelliere tedesco uscente, ha sottolineato che nessuno desidera la pace più dell’Ucraina e ha garantito il pieno appoggio di Berlino e dell’Europa.
Anche Emmanuel Macron ha preso una posizione netta, affermando che la Russia è l’aggressore e l’Ucraina la vittima, giustificando così il supporto incondizionato offerto a Kiev e le sanzioni imposte a Mosca. Keir Starmer, Primo Ministro britannico, ha dichiarato di “mantenere un sostegno incondizionato all’Ucraina”, mentre il leader spagnolo Pedro Sanchez ha espresso il suo sostegno con un messaggio in tre lingue su X: “Ucraina, l’Europa è con te”.
Diversa la posizione di Giorgia Meloni, che non ha espresso un messaggio diretto di sostegno, ma ha invece chiesto un vertice tra Ue, Stati Uniti e alleati per discutere la situazione. In contrasto con la posizione comune europea, Viktor Orbán, Primo Ministro ungherese, ha invece elogiato Trump, affermando che “gli uomini forti fanno la pace, gli uomini deboli la guerra”.
Trump, dal canto suo, ha accusato Zelensky di non essere pronto per la pace e ha dichiarato che l’Ucraina non potrà contare sull’America finché non dimostrerà un reale impegno nei negoziati. Zelensky, tuttavia, ha ribadito la necessità di una pace giusta e duratura, ringraziando gli Stati Uniti per il loro continuo supporto.
Questa frattura tra Trump e Zelensky potrebbe ridefinire le relazioni internazionali e il ruolo dell’Europa nel conflitto ucraino, ponendo nuovi interrogativi sul futuro degli aiuti occidentali e sulla strategia da adottare per raggiungere una pace stabile.
Sul piano della sicurezza, la tensione tra Ucraina e Stati Uniti potrebbe mettere in discussione alcuni aspetti della cooperazione militare, anche se il Pentagono ha ribadito che gli aiuti già approvati non subiranno variazioni. Tuttavia, il deterioramento del rapporto personale tra Zelenskyy e Trump potrebbe tradursi in minori stanziamenti futuri e in una riduzione del supporto diplomatico americano.
L’incidente alla Casa Bianca segna un punto di svolta nei rapporti tra Stati Uniti e Ucraina. Mentre in Europa si moltiplicano le reazioni, appare chiaro che il contesto geopolitico è in rapida evoluzione. L’Unione Europea si trova di fronte a una scelta cruciale: continuare a fare affidamento sugli Stati Uniti per la sicurezza del continente o accelerare il proprio percorso verso una maggiore autonomia strategica. In ogni caso, il futuro dell’Ucraina resta incerto e strettamente legato alla capacità della sua leadership di navigare le complesse dinamiche internazionali con equilibrio e pragmatismo.
Zelenskyy lascia la Casa Bianca dopo scontro con Trump
Tre libri in italiano, anche di autori stranieri, che affrontano il tema delle relazioni geopolitiche, della guerra e dei conflitti diplomatici:
- “Il ritorno della guerra” – Gilles Kepel
L’analista francese Gilles Kepel esplora il ritorno della guerra su scala globale, analizzando il ruolo delle grandi potenze, i conflitti in Medio Oriente e le tensioni tra Russia e Occidente. - “Guerra e pace” – Lev Tolstoj
Un classico della letteratura russa che, sebbene ambientato durante le guerre napoleoniche, offre una profonda riflessione sulla guerra, la diplomazia e il destino dei popoli. - “Il grande gioco. I servizi segreti in Asia centrale” – Peter Hopkirk
Un saggio storico che racconta lo scontro geopolitico tra l’Impero britannico e la Russia zarista nel XIX secolo, con dinamiche che ricordano le moderne tensioni tra potenze globali.
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