Riflessioni sui tempi presenti – Non esistono guerre giuste o sbagliate

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“Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre.” “Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla.” “Il problema oggi non è l’energia nucleare, ma il cuore dell’uomo.” (pensiero di albert einstein sulla terza guerra mondiale)

Millenni in cui non si è capito che le ragioni di non conflittualità tra i popoli non sono da ricercarsi nel contesto politico, sociale, economico di un paese.

Non esistono guerre giuste o sbagliate, perché prima di ogni altra cosa, il principio su cui deve
fondarsi una società civile è quello della fratellanza.

Questo principio, al contrario di quanto pensino le autorità politiche di tutto il mondo non va reso, promulgato, diffuso con interventi politico-militari, perché è un principio che alberga nel senso stesso che ciascuno di noi ha della vita.

Ciò vuol dire che il senso di pace e giustizia sociale non devono essere emanati quali regole della convivenza, ma devono scaturire spontaneamente dal profondo degli uomini, in ogni momento della giornata, in qualsiasi intervento, azione si possa intraprendere.

Le leggi, la politica non sopprimeranno il male che c’è negli uomini, potranno solo oscurarlo,
nasconderlo, ma prima o poi un rovesciamento della situazione si avrà e si tornerà alla guerra.

Dunque se la politica non può svolgere in questo un compito efficace, come agire?

Occorre un costante processo di sensibilizzazione delle masse.

La storia ci ha spesso insegnato quanto la folla sia suscettibile, quanto poco basti per trasformare estremismi politici in interventi bellici, talvolta una frase pronunciata da un grande leader, un discorso, un libro.

Procedere con la diffusione culturale dei principi suddetti è il metodo giusto di azione. Il che non significa credere  in un mondo immaginario, inesistente, né avere in mano le chiavi del successo, del mondo perfetto.

Una sola battaglia fermata vuol dire centinaia di morti in meno, vuol dire rendere consapevoli le genti che vivere la pace non è un sogno, ma una realtà.

Da: Pensieri sulla guerra
Riflessioni sui tempi presenti
Carmine Ferrara

 

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