Decreto Salva-casa è legge: impatti su abitazioni e costruzioni

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Decreto Salva-casa è legge: impatti su abitazioni e costruzioni

Con 106 voti favorevoli e 68 contrari, il governo ha ottenuto la fiducia sul decreto “Salva-casa”, che introduce significative modifiche nel settore edilizio. Questo provvedimento, contestato dalle opposizioni come un condono mascherato, mira a rendere più flessibili le norme riguardanti l’abitabilità e le dimensioni minime degli appartamenti.

Decreto Salva-casa è legge: impatti su abitazioni e costruzioni

Una delle principali novità del decreto è la possibilità di rilasciare il certificato di agibilità anche per micro-appartamenti da 20 metri quadri per una persona e da 28 metri quadri per due persone. In precedenza, la superficie minima era rispettivamente di 28 e 38 metri quadri. Inoltre, le altezze minime interne degli ambienti sono state ridotte da 2,70 a 2,40 metri, a patto che i locali si trovino in edifici migliorati o ristrutturati per garantire condizioni igienico-sanitarie idonee. Restano in vigore le deroghe per corridoi, disimpegni, bagni, ripostigli e per edifici situati in comuni montani sopra i 1.000 metri di altitudine.

Il decreto interviene solo nelle casistiche di minore gravità, introducendo tolleranze costruttive che variano tra il 2% e il 5%. Ciò significa che lievi difformità rispetto ai progetti approvati non comporteranno sanzioni, semplificando le procedure di regolarizzazione edilizia.

Il provvedimento facilita anche il cambiamento di destinazione d’uso degli immobili, rendendo più semplice trasformare spazi non residenziali in abitazioni. Questa misura è stata accolta con critiche dalle opposizioni, che sostengono favorisca la rendita immobiliare senza rispondere adeguatamente al fabbisogno abitativo. In particolare, viene criticata l’introduzione di norme che permettono l’abitabilità di spazi ridotti, definiti da alcuni come “loculi di 20 mq”, senza considerare le esigenze delle oltre 700.000 famiglie in lista d’attesa per una casa popolare e i 90.000 alloggi attualmente non disponibili perché non adeguati.

Tra i punti principali del decreto “Salva-casa” vi sono:

  • Edilizia libera: Maggiore flessibilità per le opere interne, che non richiedono più permessi specifici, incentivando interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
  • Tolleranze costruttive: Piccole difformità nei progetti edilizi, comprese tra il 2% e il 5%, non comporteranno sanzioni, semplificando la regolarizzazione degli edifici.
  • Tolleranze esecutive: Analogamente, le tolleranze nelle esecuzioni delle opere edilizie saranno maggiormente tollerate, a condizione che non compromettano la sicurezza e l’igiene degli edifici.
  • Accertamento di conformità: Vengono semplificate le procedure per l’accertamento di conformità degli edifici, riducendo i tempi e i costi burocratici per i proprietari.
  • I tempi: Riduzione dei tempi per l’ottenimento dei permessi e delle certificazioni edilizie, con l’obiettivo di accelerare i processi di costruzione e ristrutturazione.
  • Stato illegittimo dell’immobile: Norme più flessibili per la regolarizzazione degli immobili che presentano lievi irregolarità, evitando sanzioni sproporzionate e facilitando la messa in regola delle proprietà.
  • Mutamento destinazione d’uso: Procedure semplificate per il cambiamento di destinazione d’uso degli immobili, incentivando la riconversione di spazi inutilizzati in abitazioni.

Il decreto “Salva-casa” rappresenta un tentativo del governo di modernizzare e semplificare il settore edilizio, ma le critiche sollevate suggeriscono che restano molte sfide da affrontare per garantire un’adeguata risposta alle necessità abitative della popolazione. Le nuove norme, pur offrendo vantaggi per la regolarizzazione e la flessibilità edilizia, dovranno essere monitorate attentamente per valutare il loro impatto reale sulla qualità della vita dei cittadini e sulla disponibilità di alloggi adeguati.

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