Auto e moda in crisi: industria italiana ai minimi storici

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Auto e moda in crisi: industria italiana ai minimi storici

Auto (-40%) e moda frenano la produzione industriale: il calo della manifattura italiana

A ottobre 2024, l’industria italiana registra un nuovo calo nella produzione, confermando un trend negativo che perdura da 21 mesi consecutivi. Secondo i dati Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è rimasto stabile rispetto a settembre, ma la variazione tendenziale su base annua segna una diminuzione del 3,6%. Da inizio anno, il settore ha accumulato un calo complessivo del 3,3%, con segnali di crescita soltanto in alcuni comparti come alimentari, chimica e apparati elettrici. Tra i settori maggiormente colpiti spiccano l’automotive, con una contrazione del 40%, e la moda, un tradizionale fiore all’occhiello del Made in Italy.

Auto e moda in crisi: industria italiana ai minimi storici

Il peso dell’automotive nella crisi industriale

La crisi dell’automotive incarna il cuore pulsante delle difficoltà industriali italiane ed europee. La transizione verso veicoli elettrici (EV) è ormai inarrestabile, trainata dalla forte crescita del settore in Cina e Stati Uniti. Tuttavia, in Italia e in Europa, la produzione automobilistica è penalizzata da ritardi strutturali e decisioni politiche che hanno messo in difficoltà le filiere.

La necessità di abbandonare gradualmente motori a combustione interna (ICE) è ampiamente riconosciuta, ma il passaggio all’elettrico comporta sfide enormi. La dipendenza dall’importazione di batterie, semiconduttori e componenti chiave rappresenta un punto critico, mentre le infrastrutture di ricarica restano insufficienti in gran parte del territorio europeo. Questi fattori non solo ostacolano la competitività dei produttori locali, ma pongono anche gravi rischi di perdita di posti di lavoro.

È urgente adottare politiche industriali più coraggiose per sostenere le filiere locali. Incentivi per la produzione di batterie, il rafforzamento delle catene di approvvigionamento e l’investimento in ricerca e sviluppo sono strumenti essenziali per recuperare terreno. Un coordinamento strategico a livello europeo potrebbe essere il motore per rilanciare la competitività del settore e ridurre la dipendenza dai colossi asiatici e americani.

Il settore moda tra innovazione e difficoltà

La moda, un pilastro dell’economia italiana, sta affrontando un periodo di rallentamento significativo. La crisi non deriva solo dalla diminuzione della domanda globale, ma anche dalla difficoltà di adattarsi alle trasformazioni in atto nel mercato. La crescente richiesta di sostenibilità e trasparenza ha imposto alle aziende costi significativi per adeguarsi a standard più rigidi, senza però garantirne immediati ritorni economici.

Molte imprese, soprattutto piccole e medie, hanno difficoltà a investire in tecnologie e processi innovativi, rimanendo così vulnerabili alle pressioni competitive internazionali. Per sostenere la ripresa, è essenziale creare un contesto favorevole all’innovazione e all’internazionalizzazione, promuovendo la digitalizzazione e la sostenibilità come opportunità di crescita, non solo come costi.

L’industria italiana a rischio desertificazione

Il calo della produzione industriale in Italia riflette un fenomeno più ampio di “desertificazione industriale”. Negli ultimi decenni, molte imprese hanno delocalizzato la produzione in paesi con costi del lavoro inferiori, lasciando dietro di sé vuoti produttivi difficili da colmare. Questo processo ha contribuito a ridurre il peso del settore manifatturiero sul PIL nazionale, con effetti diretti sull’occupazione e sulla coesione economica e sociale.

Invertire questa tendenza richiede interventi sistemici:

  1. Incentivi fiscali per il reshoring, favorendo il ritorno delle aziende sul territorio nazionale.
  2. Investimenti infrastrutturali per garantire una rete di trasporti e logistica più efficiente.
  3. Formazione e riqualificazione della forza lavoro, per adattarla alle esigenze delle nuove tecnologie e dei settori emergenti.

Una nuova strategia per l’Europa e l’Italia

A livello europeo, è cruciale ridefinire una strategia industriale comune che coniughi sostenibilità e competitività. La transizione energetica e digitale deve essere supportata da investimenti mirati, capaci di ridurre la frammentazione del mercato interno e rilanciare la presenza dell’industria europea nel panorama globale.

L’Italia, in particolare, deve rafforzare il dialogo tra governo, imprese e sindacati per evitare una perdita strutturale di capacità produttiva. Solo con una visione condivisa e interventi concreti sarà possibile trasformare le sfide attuali in opportunità di crescita e rilancio economico.

Auto e moda in crisi: industria italiana ai minimi storici

Tre libri in italiano che affrontano il tema della crisi industriale, della transizione economica o delle trasformazioni nel settore manifatturiero e produttivo:

1. “La società a costo marginale zero” di Jeremy Rifkin

  • Tema: Il libro analizza come l’avanzamento tecnologico, dalla robotica alle energie rinnovabili, stia trasformando il panorama economico globale, riducendo i costi di produzione e portando a una “terza rivoluzione industriale”. Rifkin esplora l’impatto di queste trasformazioni sull’occupazione e sulla struttura delle economie nazionali.
  • Pertinenza: Riguarda direttamente la transizione industriale e i cambiamenti strutturali che interessano settori come automotive e manifattura.

2. “Il capitalismo della sorveglianza” di Shoshana Zuboff

  • Tema: Pur non trattando esclusivamente l’industria manifatturiera, il libro esplora come le dinamiche del capitalismo digitale influenzano il lavoro, la produzione e l’economia globale, con particolare attenzione al ruolo delle grandi aziende tecnologiche.
  • Pertinenza: Mostra il passaggio da economie basate sulla produzione materiale a quelle dominate dai dati e dall’intelligenza artificiale, con impatti sull’industria tradizionale.

3. “La quarta rivoluzione industriale” di Klaus Schwab

  • Tema: Scritto dal fondatore del World Economic Forum, questo libro affronta la “quarta rivoluzione industriale”, caratterizzata dall’integrazione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, l’automazione e l’Internet delle cose. Schwab discute le implicazioni economiche e sociali per le industrie e il lavoro.
  • Pertinenza: Affronta direttamente le trasformazioni nei settori produttivi e i rischi di desertificazione industriale.

Questi libri, pur affrontando temi globali, offrono spunti utili anche per comprendere le dinamiche specifiche dell’industria italiana ed europea.

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